Ad uccidere le donne non sono "demoni". È il patriarcato.

Il comunicato stampa del Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna sul femicidio di Chiara Gualzetti a Bologna

Chiara Gualzetti, 15 anni, è stata uccisa il 27 giugno a Monteveglio, Bologna. Ad ucciderla è stato un ragazzo di 16 anni con cui era in rapporti di amicizia. Il Coordinamento dei Centri Antiviolenza, esprime dolore e vicinanza alla famiglia ed agli amici di Chiara.Sentiamo, però, forte anche la rabbia. Rabbia, perché si tratta dell’ennesimo femicidio in regione dall’inizio del 2021. La violenza che ha ucciso Chiara è la stessa che ha ucciso Emma Pezemo, Saman Habbas, Ilenia Fabbri, Rossella Placani e tante altre donne. Questo non significa che le loro storie siano le stesse. La violenza sulle donne e di genere, lo scriviamo spesso, è sistemica e trasversale. Ogni femicidio è diverso, così come ogni situazione di violenza è diversa, ma è fondamentale riconoscere la matrice comune di questa violenza, per cercare di uscirne. Solo un mese fa, siamo intervenute nella narrazione del femicidio di Saman Habbas, per rimarcare la sistematicità della violenza e rifiutare il relativismo culturale che nega l’esistenza del patriarcato nella società occidentale. E’ eloquente il fatto che la violenza subita da Saman sia stata riconosciuta subito come patriarcale, mentre la narrazione mediatica del femicidio di Chiara ignori completamente la questione di genere, nel riferire di un ragazzo che ha ucciso una ragazza. La questione di genere non può essere ignorata. La narrazione del femicidio di Chiara, alla quale assistiamo in questi giorni, evoca improbabili moventi di un gesto così scellerato: “avances indesiderate” ricevute dal reo confesso. Tanto ci addolora, perché è un’ulteriore violenza nei confronti di Chiara e di tutte le donne che subiscono violenza. Viviamo in una società patriarcale, nella quale le molestie alle donne sono all’ordine del giorno. Una società che, solo un mese fa, ha visto decine di personaggi pubblici difendere il catcalling. Una società nella quale alle donne viene insegnato che le “avances” degli uomini sono dei complimenti a cui rispondere con un sorriso, ma quelle delle donne sono inappropriate e perfino, fonte di pericolo. La fragilità emotiva, il malessere psicologico, il tasso alcolico dell’autore di violenza celano, nella narrazione quotidiana, una violenza strisciante, profondamente radicata, contro chi non è riconosciuto proprio pari: la donna. Chiara è stata uccisa da un ragazzo di 16 anni. È stata uccisa da una violenza che è il prodotto di questa società patriarcale e che non può più essere sottovalutata.

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"I monologhi della vagina", sabato 24 luglio ore 21, Reggia di Rivalta

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Mobilitazione transnazionale e transfemminista 1 Luglio in Piazza Prampolini ore 18.30