A scuola mettere al centro le relazioni per prevenire la violenza sulle donne
Articolo a firma del Gruppo Prevenzione Associazione Nondasola e pubblicato su HuffPost nel blog a cura dell'Associazione D.i.Re - Donne in rete contro la violenza
La scuola è andata in vacanza e con essa anche qualsiasi riflessione sulla scuola per come può e deve essere, quando riaprirà a settembre. Lo scorso aprile il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi aveva sottolineato quanto per la crescita cognitiva dei ragazzi la relazione fosse altrettanto importante del contenuto. La relazione è proprio quello che abbiamo coltivato durante la pandemia, con studenti e insegnanti, mettendo al centro la prevenzione della violenza maschile contro le donne, con un grande sforzo per adattare il nostro lavoro, che abitualmente si realizza seduti in cerchio in presenza, ai nuovi strumenti digitali.
Dal 1999 l’Associazione Nondasola, che gestisce il centro antiviolenza alla Casa delle donne di Reggio Emilia, è nella scuola e in altri contesti giovanili. Il Gruppo Prevenzione, altrimenti detto la Gruppa, oltre a una propria formazione permanente, ha al suo attivo diverse iniziative e pubblicazioni. Da sempre la Gruppa si è data un metodo di lavoro e di studio per il contrasto della violenza maschile sulle donne che, a partire da una visione femminista, prevede un intenso percorso dall’Io alla relazione, in particolare alle relazioni tra i generi, passando per le esperienze, i pensieri, le inquietudini, le differenze e le testimonianze di ragazze e ragazzi.
La dimensione politica, dunque, è al centro della nostra attività di prevenzione nel momento in cui portiamo il tema nello spazio pubblico della scuola e ci poniamo l’obiettivo di agire in chiave trasformativa dei modelli dominanti di socialità e di relazione tra i sessi. Solo “l’essere due qui e ora” spalanca l’orizzonte alla costruzione e all’esperienza vivente di spazi relazionali dove maschi e femmine possano s-mascherarsi e giocare alla pari.
Questo cammino non si è interrotto nemmeno con la pandemia Covid-19 e la conseguente limitazione, quando non chiusura, dei contatti in presenza con la popolazione scolastica, discenti e docenti insieme. E qui una nota positiva si può leggere nel ruolo che tanti/e insegnanti hanno rivestito in questo tempo imprevisto, ritagliandosi spesso spazi che in altri tempi non avevano modo o intenzione di prendersi durante i nostri interventi.
Oggi molti/e di loro si preoccupano in misura maggiore dei modi, dei tempi, delle occasioni da offrire ai/lle loro alunni/e, affinché il vuoto che nel frattempo si è andato allargando nella scuola non scuola venga il più possibile colmato, e in tal senso avvertono il desiderio di interpellarci e starci accanto nelle attività di prevenzione che svolgiamo in classe.
Il confinamento da pandemia ci ha posto di fronte a un compito arduo: pensare l’impensato. Noi abbiamo assunto ancora una volta una postura in grado di interrogare la realtà alla luce dei nostri presupposti politici. Sentiamo che portare avanti un’attenzione verso il mondo delle relazioni tra giovani uomini e giovani donne, ancora segnato dalla violenza maschile agita anche attraverso i ‘social’ e la rete, è una battaglia politica essenziale, anche a fronte dell’incremento della violenza documentato nel periodo di lockdown.