A proposito dei femminicidi avvenuti negli ultimi giorni: il comunicato stampa di Nondasola

Qui sotto il comunicato stampa dell’ASSOCIAZIONE NONDASOLA a proposito dei due femminicidi avvenuti negli ultimi quattro giorni.

Dobbiamo accettare che quando finisce un amore o una relazione intensa quello che abbiamo vissuto è stato un grande dono. Il regalo più grande che una persona ci può consegnare perché mette in gioco il corpo, la mente ed il cuore.

E il copione però si ripete uguale: una donna viene uccisa e subito si comincia a dire ma come ha fatto a non accorgersi di che uomo era, donne dovete stare più attente, bisogna insegnare alle donne a stare lontane da uomini così... L'ennesima coltellata che deve subire una donna è inferta da chi allude, tra le righe, a una sua qualche complicità nella morte: il non aver capito che uomo fosse, l'averlo capito e non essersene andata, aver accettato un appuntamento chiarificatore poi rivelatosi fatale. È così difficile dire che la responsabilità è interamente di lui? Evidentemente, sì. Quanta resistenza opponiamo a questa semplice constatazione? Chiediamoci perché. Chiediamoci perché le donne danno così tanto fastidio da dover essere eliminate.

Come Giulia Tramontano, 29, al settimo mese di gravidanza, uccisa a coltellate in casa e come Pierpaola Romano, poliziotta di 57 anni, freddata nell'androne del suo palazzo con tre colpi di pistola. Da chi, sembra ormai inutile chiederlo.

Da un uomo, un partner, un collega, che si arroga il potere di vita e di morte su una donna, compagna o collega che sia.  Il  suicidio dell’uomo violento, non cancella la responsabilità dell’atto, che è esclusivamente di chi agisce violenza. Non ci stancheremo mai di ripeterlo perché, ancora oggi, sui media c’è chi accusa implicitamente le donne ammazzate di aver dato troppa fiducia al loro assassino, chi parla del narcisismo maschile o delle relazioni tossiche quale causa della violenza, rinunciandone ad approfondire  i meccanismi e le conseguenze, di cui le operatrici dei centri antiviolenza hanno una conoscenza profonda per la loro lunga esperienza di incontro con le donne maltrattate.  

Il cambiamento è possibile solo se tutte e tutti, ma soprattutto gli uomini in quanto legittimati dalla cultura patriarcale a esercitare dominio nelle relazioni, cominciano a interrogarsi come soggetti in relazione, cercando di stanare e modificare i comportamenti macro e micro che colludono con la cultura sessista.

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