Continueremo ad essere delle guastafeste: il comunicato stampa di Nondasola
Pubblichiamo il comunicato stampa che Nondasola ha inviato alla stampa locale a proposito degli ultimi femminicidi e della rivoluzione che è stata il femminismo.
L’anno ha cominciato il suo giro ma l’orizzonte di vita delle donne è sempre in pericolo. Solo negli ultimi giorni tre donne uccise e tentativi di suicidio da parte di due femminicidi. Ci fermiamo a pensare a quanta devastazione ha portato al cerchio familiare e amicale l’uccisione di Eleonora Guidi, madre di un bimbo di due anni, di Cinzia D’Aries, che assisteva il marito disabile e di Jhoanna Nataly Quintanilla, impegnata a costruire il proprio futuro nel nostro paese. Senza tralasciare lo scenario di morte che coinvolge anche i colpevoli.
Come Nondasola gestiamo il Centro Antiviolenza della città e continuiamo ad accogliere donne che subiscono violenza maschile. Siamo chiamate a interloquire da tante parti perché evidentemente il tema della violenza sta interrogando molti e molte ma, non nello stesso modo, sta preoccupando la relazione tra uomini e donne.
C’è stata però una rivoluzione - spesso la dimentichiamo- che si chiama femminismo, che ha chiamato ogni donna a stare consapevolmente nel mondo da protagonista della propria vita, e ogni uomo a pensare se l’adesione al sistema di potere patriarcale porti con sé non solo privilegi ma anche la rinuncia, talvolta brutale, alla propria integrità emotiva e relazionale. Ora ci sono diversi uomini - tra cui quei ragazzi che incontriamo tra i banchi di scuola – che stanno prendendo tra le mani la questione e si chiedono, tra incertezze e fatiche, se e come cambiare a partire da sé. E ci sono alleanze tra uomini e donne che diventano granelli di sabbia negli ingranaggi del sistema, interferiscono, lo inceppano. Va in questo senso il provvedimento con cui la Cassazione ha annullato la sentenza di appello che aveva scagionato un sindacalista dall’accusa di violenza sessuale perché la donna aveva reagito dopo venti secondi.
“Un no è sempre un no come hanno ribadito le donne dei movimenti femministi in un sit-in di protesta.”
E vanno in questo senso le tante prese di posizione contrarie alla scelta di portare sul palco dell’Ariston il duetto Masini-Fedez con il brano “Bella stronza”, una canzone che, alla sua uscita nel 1995, aveva suscitato reazioni per la parolaccia nel titolo mentre oggi viene considerata espressione della cultura dello stupro. Così come, negli ultimi anni, sempre di più sono le cantanti – Giulia Mei, Big Mama... – che, sullo stesso palco, portano testi che affermano la libertà femminile di essere e desiderare per sé, in direzione ostinata e contraria.
Ripetiamolo allora a questo sistema di potere violento che noi femministe continueremo ad essere delle ‘guastafeste’ per cambiarlo. Oggi siamo un po' meno sole perché in ballo c’è la libertà di donne e uomini di amarsi, riconoscendosi.