Se non esiste libertà di scelta, non esistono alternative possibili
Pubblichiamo il comunicato stampa che Nondasola ha inviato alla stampa locale a proposito dell’ultima manifestazione e dei prossimi momenti pubblici attorno al 25 novembre.
Sabato 9 novembre siamo state in piazza con i nostri corpi a urlare: “Non lo vedete che ci stanno ammazzando? Quante donne ancora?”! In risposta alla chiamata di D.i.Re, la rete dei centri antiviolenza gestiti da associazioni di donne, le nostre voci si sono alternate al microfono perché fossero presenti anche le voci di tutte quelle che non possono più parlare, perché sono state ammazzate o perché sono sotto il controllo e il ricatto di un uomo violento, o perché stanno affrontando processi logoranti in un sistema giustizia ancora a impronta patriarcale. Abbiamo letto le loro e le nostre parole e alla fine del nostro presidio, spontaneamente, ci siamo prese tutte per mano. Abbiamo formato un grande cerchio e lanciato vocalizzi di battaglia, forse ci siamo ricordate di quando volavamo in stormo sulle scope. Poi abbiamo ballato come pazze sulle note di Bandiera, perché i corpi gioiosi e liberi ma anche capaci di esprimere conflitto, sono l’antitesi, se non l’antidoto, alla violenza che ci ammazza e ci toglie la voce.
I corpi delle donne ballano sul mondo consapevoli che qualcosa di irreversibile è accaduto per tutte e tutti grazie alle tante donne che lo hanno reso possibile. Attraverso un corpo di donna approdiamo nel mondo, attraverso il nostro corpo esercitiamo la libertà di scegliere e con i nostri corpi lottiamo per affermare una cultura della vita contro le guerre, la sopraffazione e la violenza maschile.
Anche sabato 23 novembre saremo di nuovo in piazza, a Roma al grande corteo di Nonunadimeno, alla testa del quale sfileranno i centri antiviolenza di tutta Italia. La parola d’ordine quest’anno sarà “Disarmiamo il patriarcato”, rispendendo al mittente il tentativo del Ministro Valditara di strumentalizzare la nascita della Fondazione in memoria di Giulia Cecchettin per convincerci che il patriarcato è solo ideologia e che se le donne sono ammazzate è a causa della immigrazione illegale.
Di nuovo, in Piazza Prampolini, lunedì 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza alle donne, occuperemo con i nostri corpi lo spazio pubblico insieme a tante associazioni, movimenti e organizzazioni, tutte unite per dire NO al sistema simbolico e sociale che ci governa Contro ogni forma di violenza. Ci vogliamo vive, ci vogliamo libere, libere dalla violenza che ci uccide e libere di scegliere sul nostro corpo.
Ci auguriamo di vedere molte persone a questi momenti pubblici. In ogni caso noi sappiamo di essere tantissime. Molte sono invisibili, ma noi le sentiamo: sono tutte quelle che non ci sono più.