Soldi e visibilità ripagano Nondasola

Pubblichiamo il comunicato stampa che Nondasola ha inviato alla stampa locale Venerdì 7 ottobre 2023, in risposta anche alle riflessioni giunte da alcuni/e tifosi/e della Reggiana che hanno contattato l’Associazione via mail.

Giovedì sera (5 ottobre) si sono unite a noi più di 70 persone per discutere di cultura dello stupro nella sede di Binario 49. È stata una bellissima serata all'insegna del confronto tra uomini e donne di tutte le età: dal nostro punto di vista un esempio di quella cultura delle relazioni che sta agli antipodi della cultura dello stupro.

Qual è il nostro guadagno per tutto il lavoro di sensibilizzazione che stiamo facendo sulla cultura dello stupro in città, a partire dal caso Portanova? Sui social si scrive sempre più facilmente che lo facciamo per denaro o per visibilità. Una signora addirittura scrive: “Associazione Nondasola state lucrando sulla pelle di un ragazzo, a voi importano solo i soldi”.

Non sono parole casuali.

Non è un caso che questa accusa venga mossa proprio a noi che ci stiamo battendo per far discutere la città, i tifosi e le tifose, e soprattutto la Reggiana Calcio, sul fatto che i soldi non giustificano tutto. Che un affare calcistico non vale la minimizzazione della violenza sessuale.

Non è un caso che questa accusa venga mossa a noi che, a differenza dei procuratori sportivi, evidentemente di fiuto per i soldi ne abbiamo ben poco, altrimenti nella vita non avremmo scelto di aprire tutte le mattine un centro antiviolenza.

A volte un’associazione come la nostra si costituisce parte civile in un processo. Lo ha fatto Donna chiama Donna di Siena contro i due fratelli Portanova, lo zio e l’amico condannati in primo grado. Noi a Reggio lo stiamo facendo per i femminicidi di Saman e Cecilia. Le cifre richieste come parte civile hanno un significato simbolico perché di fatto non vengono mai recuperate.

Lo sa, chi ci insulta sui social scrivendo che cerchiamo visibilità, che le operatrici dei centri antiviolenza devono mettere in atto quotidiane azioni di protezione per sé? Che in numerose situazioni siamo esposte accompagnando le donne nei processi per maltrattamenti o violenze nei Tribunali? Mostrarci non è un guadagno, è un rischio. Se lo stiamo facendo in tante è perché il nostro orizzonte è che la violenza sparisca dal corpo delle donne.

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