Riportiamo Leonardo in Italia

Prendiamo la parola sulla inaccettabile situazione che da 22 mesi stanno vivendo Ilaria e suo figlio Leonardo, che ancora non ha trovato soluzione.

La vicenda di Ilaria e di suo figlio Leonardo non può lasciarci indifferenti e interroga direttamente la nostra esperienza nel sostegno alle donne che interrompono relazioni violente e che con determinazione disegnano per sé e per i propri figli nuovi spazi di vita. Dal nostro osservatorio di Centro Antiviolenza che opera sul territorio da più di 25 anni, troppe volte misuriamo insieme alle donne l’enorme distanza fra i diritti enunciati e iscritti sulla carta e la loro realizzazione. La storia di Ilaria ne è un esempio paradigmatico.

Ilaria è una giovane donna che, studentessa di architettura a Firenze, ha avuto una relazione con Demir, cittadino tedesco di origini turche, che gestiva un negozio di fronte al bar dove lei lavorava per mantenersi agli studi. Rimasta incinta ha deciso di tenere il bambino riprogettando il suo futuro, ma le cose con il compagno non sono andate bene, dalla violenza psicologica a quella economica, alla minaccia di sottrarle il bambino ove lei avesse deciso di separarsi, sino alla violenza fisica quando lei ha deciso di andarsene.

Una Consulenza tecnica d’ufficio, relazione dei servizi sociali ed una causa durata 2 anni per decidere che il bambino doveva stare con la mamma a Novellara, un uomo che non accetta la decisione e che il 6 febbraio 2020, quando avrebbe dovuto riconsegnare il bambino, dichiara di essere in Turchia dove lo ha portato senza il consenso della madre e senza documenti validi per l’espatrio. Situazione resa possibile da una evidente sottovalutazione della violenza e delle minacce di sottrazione del figlio esplicitate dal padre.

Da allora Ilaria ha moltiplicato i suoi sforzi e sta conducendo una battaglia immane per riavere Leonardo con sé in Italia. Tutte le procedure le danno ragione: per lo Stato italiano è lei l’unico genitore responsabile, Leonardo deve abitare con lei a Novellara, il padre è stato anche dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale ed è imputato per il reato di sottrazione di minore; per il Tribunale turco Leonardo deve rientrare in Italia. Eppure ancora oggi, dopo l’ennesima pronuncia positiva, ancora Leonardo non può ritornare ed Ilaria può stare con suo figlio ma solo in Turchia.

La violenza, ora anche istituzionale, che viene esercitata su questa giovane donna e su questo bambino è violazione dei diritti umani, noi le siamo vicine ma sappiamo che la solidarietà nostra, del suo paese, della Commissione femminicidio, di quanti ne conoscono la storia, non è sufficiente: per un bambino di soli 5 anni ogni giorno trascorso senza la mamma è una perdita, troppo tempo è già passato. In questi giorni è stata lanciata la petizione per riportare Leonardo in Italia attraverso change.org, diretta al Governo italiano, che ha raccolto ad oggi più di 1500 firme.

Chiediamo quindi con insistenza un sollecito intervento del nostro Governo affinché si adoperi in ogni modo, perché le sentenze italiane e turche siano rispettate e sia consentito a madre e figlio di rientrare immediatamente in Italia.

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Varese, l’ennesimo padre violento che ha tolto la vita a suo figlio

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Lunedì 29 novembre ore 21, SDfactory, proiezione docufilm "E' successo una volta"