Violenza sulle donne, l’Onu contro l’Italia: “Nel sistema giudiziario del Paese stereotipi sessisti”.

Segnaliamo l’articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 20 luglio 2022 sulla condanna dell’Italia da parte del Comitato Cedaw, organo delle Nazioni Unite incaricato di monitorare l’applicazione della Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne

“Per la prima volta il Comitato Cedaw, organo delle Nazioni Unite incaricato di monitorare l’applicazione della Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne, ha condannato l’Italia: “Ha accolto il nostro ricorso e ha riconosciuto che l’Italia ha violato gli articoli 2 (b)-(d) e (f), 3, 5 e 15 della Cedaw nei confronti di una donna che, già vittima di violenza domestica, aveva subito uno stupro da un agente delle forze dell’ordine incaricato delle attività di indagini in corso sul maltrattamento subito dall’ex marito”. Lo scrivono in una nota stampa ripresa dall’Agenzia Dire le avvocate Teresa Manente, Ilaria Boiano, Rossella Benedetti, Marta Cigna dell’associazione Differenza Donna, che riprende alcuni passaggi salienti di quanto affermato dal Comitato Cedaw. “L’agente delle forze dell’ordine era stato condannato in primo grado a sei anni di reclusione, poi assolto in secondo grado. La Corte di cassazione ha poi confermato l’assoluzione. Lo Stato italiano nel procedimento ha difeso le politiche nazionali adottate negli ultimi anni in materia di prevenzione della violenza di genere nonché l’operato dell’autorità giudiziaria, ma il Comitato Cedaw ha ritenuto che il trattamento riservato alla donna, prima dalla corte d’appello, e poi dalla Corte di Cassazione, non ha garantito ‘l’uguaglianza sostanziale della donna vittima di violenza di genere”. Il Comitato ha sancito per la prima volta che “l’eliminazione di stereotipi sessisti nel sistema giudiziario è un passo cruciale per garantire equità e giustizia per le donne vittime di violenza. Il trattamento discriminatorio subito dalle donne nelle aule di giustizia non dipende solo dall’impatto discriminatorio che le leggi di per sé hanno nei confronti delle donne, ma anche dall’assenza di specializzazione e di sensibilità delle autorità giudiziarie nell’applicazione della legge nei casi di violenza di genere e dall’utilizzo di pregiudizi e stereotipi discriminatori”.

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